giovedì 21 maggio 2009

la bioetica di Monaco M. IIB

La bioetica è una recente scienza nata in America negli anni 70, che indica molte discipline sia sul campo scientifico sia sul campo medico. Una delle discipline più discusse della bioetica in questo momento, soprattutto in Italia è l’Eutanasia.
Il termine eutanasia nasce nell’800 e significa letteralmente “buona morte”. Oggi questo termine viene usato quando un medico provoca intenzionalmente la morte di un paziente malato terminale oppure di un paziente che si trova in coma con diagnosi di morte celebrale.
Ci sono vari tipi di eutanasia tra cui: l’eutanasia volontaria, l’eutanasia attiva e il suicidio assistito.
L’eutanasia volontaria implica una richiesta di morte direttamente da parte del paziente, lasciando un testamento biologico.
L’eutanasia attiva invece è quando vengono somministrati al paziente dei farmaci letali.
Il suicidio assistito, sia volontario sia attivo, vuol dire dare al paziente i mezzi e le conoscenze per porre fine alla sua vita.
Un caso di eutanasia che fece scalpore si è avuto alla fine del 2006 quando Piergiorgio Welby inviò una lettera al Presidente della Repubblica che gli rispose che avrebbe discusso il suo caso in Parlamento; e così fu, infatti, i politici si divisero in tre gruppi:
- I favorevoli che approvavano l’eutanasia, motivando la loro scelta in quanto l’uomo è libero di mettere in atto le proprie decisioni sia nella vita pubblica sia nella vita privata;
- I contrari che invece erano contro l’ eutanasia che affermano che non si può violare il giuramento di Ippocrate, quindi un medico non può somministrare farmaci mortali ai pazienti;
- I “Possibilisti” che volevano affrontare un problema per volta e iniziare a parlare dei testamenti biologici.
Ma anche dopo la morte di Welby i tre gruppi continuano ancora a discutere su questo argomento.
Welby morì alla fine di Dicembre nel 2006, ma il medico che staccò i suoi respiratori si autodenunciò per quello che aveva fatto. Il tribunale di Roma dopo vari dibattiti stabilì di proscioglierlo suscitando non poche polemiche, soprattutto dalla Chiesa Cattolica.
Io sono favorevole all’ eutanasia perché secondo me quelle persone costrette a sopravvivere legate ad una macchina con una vita prevalentemente vegetativa, se potessero parlare, ci chiederebbero di non farle più soffrire e di lasciarle “volare” in un mondo dove certamente troverebbero pace e serenità.

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