giovedì 21 maggio 2009

la Bioetica di Di Domenico C. IIB

La bioetica, dal greco bios (vita) e ethos (etica). Essa è il complesso delle questioni riguardanti i problemi morali sorti a seguito delle sperimentazioni di modificazioni genetiche in campo medico e biologico. Le problematiche legate alla bioetica sono assai numerose e l’opinione pubblica è sempre più coinvolta nella vita quotidiana, anche tramite dei mass media. Si pensi ad esempio ad aspetti come: clonazione, utilizzo di cellule staminali, ingegneria genetica, trapianto di organi ecc.. .
Grandi dibattiti sono nati anche nel campo religioso:infatti la bioetica cattolica sostiene che “ciascun individuo umano ha diritto alla vita” e proprio di questa problematica parleremo anche più avanti.
Grazie agli straordinari progressi delle scienze e delle tecnologie, oggi, per la prima volta l’uomo comincia ad avere controllo dei processi biologici.
Esempio di questo sviluppo può essere sicuramente il caso di Eluana Englaro. La vicenda Englaro ha alimentato in Italia un ampio dibattito sia politico che religioso.
Eluana si è “spenta” da pochi mesi dopo un incidente che ebbe nel 1992 fu portata nella clinica di Lecco, e lì in stato vegetativo, era alimentata con un sondino. Immobile con gli arti irrigiditi e deformati era senza speranza di riprendere coscienza.
Nel 1999 la Corte d’Appello di Milano ha respinto la richiesta del padre di sospendere l’alimentazione artificiale che la teneva in vita, ciò implicava non una richiesta di eutanasia bensì una richiesta di rifiuto delle cure.
Di fatto Eluana non poteva essere definita “morta” secondo la legge attuale,perché l’incidente le ha lesionato “solo” la corteccia celebrale, cioè la parte dove vengono elaborati pensieri,sentimenti. E quindi cosa rimaneva se tutto questo fosse stato spento?
Una pianta, un lutto non elaborato per intero. Dal ”no” della Corte a oggi, qualcosa però si e mosso; si è creato subito una contrapposizione tra laici(favorevoli) e cattolici(contrari).
Lo stato vegetativo può rappresentare una fase transitoria che a volte e seguita dalla ripresa della coscienza.
Si parla di stato vegetativo persistente quando esso dura oltre un mese. Esso differisce dal coma,in quanto il malato è in grado di aprire gli occhi e conserva un’alternanza di sonno e veglia.
Ma di che “sopravvivenza” si tratta?
Eluana Englaro non era consapevole di vivere, non aveva sensazioni di alcun tipo ciò che sopravviveva di lei era unicamente il suo corpo. Il suo aspetto era quella di una giovane donna ben nutrita e accudita,i suoi arti giacevano nitidi e immobili. Di lei rimaneva n corpo privo della capacità di provare qualsiasi esperienza totalmente indipendente dalle cure che gli venivano fornite da personale di assistenza,.
La sua condizione era penosa per coloro che le prestavano cure e per chi ha creduto fino all’ultimo istante in un risveglio. Una parte dell’opinione pubblica prevalentemente vicina alla Chiesa e all’ area politica di centro destra,si dichiarò e si dichiara contraria all’interruzione della nutrizione artificiale,considerata equivalente all’eutanasia. Un’altra arte del Paese prevalentemente di area laica,si è dichiarata favorevole all’interruzione della nutrizione artificiale per pur in assenza di un testamento biologico.
Se magari in altri paesi lo stato vegetativo persistente è considerato con un trattamento liberamente rifiutabile la legislazione italiana prevede una regolamentazione diversa in materie,l’Italia la pensa diversamente.
A mio parere,peccando forse anche di egoismo perché non mi sono mai trovata in una situazione simile,la “morte” di Eluana Englaro è stata giusta. Potrei sembrare insensibile,forse,ma sono del parere che Eluana era già morta a metà,e la sua morte definitiva forse potrebbe far vivere tante altre persone bisognose,per esempio,di organi. Ripeto lo so,è difficile ed è brutto da dire,ma penso che questa sia stata la decisione giusta e so che qualcuno da “lassù” mi perdonerà e capirà il mio pensiero. Inoltre secondo me si è sbagliato dall’inizio,perché un caso così particolare e delicato non meritava di essere pubblicizzato così tanto in questo modo è diventare di dominio pubblico.
Ma del grande scenario della bioetica non fa parte solo il caso di Eluana Englaro,ma anche un altro “miracolo” della scienza che sta facendo parlare in questi giorni.
Si tratta di Stella Biblis,venuta al mondo lo scorso 25 febbraio.
Il padre Chris Biblis racconta che dopo essersi ammalato di leucemia su consiglio della madre decise di congelare il seme per riutilizzarlo dopo le terapie che lo avrebbero reso sterile.
Il suo seme,infatti,conservato per ventidue anni,è stato congelato in una clinica del North Carolina e usato per fecondare un ovulo della moglie.
La nascita di Stella,quindi,è una notizia straordinaria per tutti i giovani che si ammalano di tumore,per loro il congelamento del seme è una possibilità concreta di avere un figlio proprio quando sarà superata la malattia.
La Chiesa cattolica ovviamente è contraria,ma non riesco proprio a capire come mai nel caso di Eluana Englaro sia stato giusto procedere per vie artificiali e per la nascita di un bambino bisogna procedere per forza per vie naturali?C’è una contraddizione.
Non penso questo sia un atto di egoismo,bensì di amore,si dovrebbe esultare del fatto che comunque è nata una nuova vita. Tutti i temi delicati per la nostra società che con l’ evolversi del progresso e delle tecnologie scientifiche ci coinvolgono sempre più.
Rimane da chiederci se in futuro saranno usati “solo”questi mezzi?chissà chi vivrà vedrà.

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